Post date: Feb 20, 2012 2:11:02 AM
A volte, uno ha la strampalata idea di chiedere ad un bambino cosa fara' da grande. Forse e' una cosa buona, si stimola la fantasia, si instilla l'idea che ad un certo punto uno ci debba pensare, insomma si prova ad accendere una scintilla. E poi ci si diverte a sentire le risposte. Rocco vuol fare il cowboy, oppure vuole imparare ad andare in bagno da solo. O troppo astratto o troppo concreto, oppure solo un po' confuso dalla domanda. Luna si e' invece inventata il mestiere di "Iron Chef Design", nato dall'ultimo show preferito, Iron Chef America, con forte predilezione per la parte relativa alla presentazione del piatto. E si esercita, riorganizzando tutto cio' che le mettiamo nel piatto in originali disegni culinari che poi ci offre o si mangia di gusto (ci voleva il design...). Ma le idee durano poco, oggi un altro treno e' partito e ci siamo dovuti esibire nella descrizione della differenza tra un dottore e un infermiera. Rocco era sempre un cowboy.
Il fatto strano e' che, a pensarci bene, ci sono buone possibilita' che il mestiere che pensavi di fare, quando cresci, non esista piu', o ancora piu' possibilita' che quello che farai non esista ancora. E i percorsi che ti ci porterano potranno essere tortuosi e indiretti, e certamente diversi da quello che ti eri immaginata. Oppure prenderai una scorciatoia inaspettata, e poi ci arriverai e scoprirai che non era quello che ti aspettavi. Ma questo non vuol dire che non ne sarai felice. A volte non ti piacera' penserai di cambiare, e sara' bene che tu lo faccia. O magari il mestiere desiderato diventera' un sogno, o un hobby. A volte invece saprai bene fin dall'inizio, ci arriverai, lo farai e sara' esattamente quello che ti aspettavi. Sotto sotto ho sempre invidiato quelli che avevano un'idea in testa e non li fermava nessuno.
Quando avevo dieci anni, programmavo in Basic la mia prima versione di Invaders, e registravo il codice su cassetta. Io e tanti altri, bambini tra i settanta e gli ottanta. Poi gli eventi sono stati differenti, e le direzioni disparate. Alla fine sono tornata li', a giocare con gli algoritmi e scrivere codice. L'ho presa un po' alla larga, ma se avessi tentato di arrivarci su una strada diritta, forse non ci sarei mai arrivata. Non rimpiango nessuno dei passi intermedi. Intanto ho fatto anche altre cose, e ho qualche storia da raccontare.
Quando fu il mio tempo di decidere, la pressione non era granche'. Al Liceo, ma anche alll'Universita', tanti se la prendevano comoda, e poi alla fine da qualche parte sono arrivati, alcuni con successo. Non sembra piu' essere cosi', e forse qui negli USA non lo e' mai stato. Inorridisco per la competizione spinta fin da tenere eta', per i test attitudinali ai qundicenni, per l'ansia malata dei genitori. Capire cosa uno vuole fare da grande e' difficile, e a volte non e' nemmeno cosi' importante. Si dovrebbe lasciare lo spazio anche per quelli che non hanno le idee chiare immediamente, che possano fiorire piu' tardi.
Mentre pensavo a tutto questo, sulla TV scorrevano le immagini dei Jetsons, i Pronipoti. Un'altro dei meravigliosi cartoni che Daddy seleziona con cura, che siano stati fatti ieri o cinquant'anni fa. E quasi cinquant'anni fa, quando si facevano i Jetsons, si pensava che nel futuro tutti i veicoli di trasporto perosnale volassero, e ancora abbiamo i piedi e le ruote sull'asfalto. I robot-collaboratori familiari avrebbero dovuto avere sembianze umane, invece abbiamo dischi da mettere sul pavimento e assistenti personali puramente vocali. Si era capito che le telefonate sarebbero state sostituite da collegamenti video, e che l'apposito apparecchio, uno se lo sarebbe portato dietro. Nell'orologio. A pensarci bene, portarsi una delle prime versioni del cellulare al polso, sarebbe stato un vero disastro.
E poi abbiamo la pretesa di chiedere ai bambini cosa' faranno da grandi...