Post date: Jan 2, 2012 2:58:45 AM
Lontano dai mari, c'e' il resto dell'America. Quella che nei film si vede solo stereotipata, quella che la maggior parte di noi emigranti moderni non tocchiamo, concentrati intorno alle grandi citta' o a quelle piccole universitarie, circondati da cosmopoliti e progressismo, convinti che il nostro virtuale passaporto da cittadini del mondo ci faccia sentire a nostro agio comunque e dovunque. Pero', a scanso di equivoci, dico sempre a mio marito che il mio pre-nup consiste nel fatto che non sono disposta a vivere a piu' di 100 miglia da una costa, fatta eccezione per qualche metropoli interna. Non che lui ne abbia intenzione, ma non si sa mai.
Il mio atletico nipote, oltre due metri, ex-professionista del basket, e la sua futura sposa, giornalista locale della NBC di Cincinnati, sono una splendida coppia all-american. E si sposano. E noi di sicuro andiamo, prima fra tutti la nostra ansiosa flower-girl, Luna che ancora non sa se il frusciante vestitino bianco con il collo di pellliccia la eccita o la spaventa. Prologo e' la ricerca disperata di calzature adatte, che' il piedino di fata non entra piu' nelle deliziose scarpette che la sposa aveva procurato qualche mese prima. Racconta mia suocera agli occasionali conversanti di quanto siamo dovuti andare lontano per trovarle. A me sembrava quasi dietro l'angolo.
Cosi' partiamo di conserva da Louisville verso nord, grigia giornata, alberi spogli, autostrada a due corsie che si snoda tra colline che uno pensa in primavera debbano essere verdi e belle. Le case, sparse. Alcune con recinti per cavalli, alcune con fienili e granai. C'e' una sensazione ovattata di calma post-natalizia che un po' mi leva il respiro un po' ancora mi stupisce, che in questa citta' ancora non mi oriento. Io che, sedicenne, attraversai tranquilla in treno la Germania dell'est quando ancora era tale, che me ne andai in moto a Praga con un cilindro fuori uso, che masticai Qat e contrattai nel Suk a Sanaa, che dormii in strada a Madrid una notte in cui Barca-Real Madrid riempiva tutti gli alberghi, a Louisville ancora non mi oriento.
E cosi' andiamo, il piede di Jim incollato sui settanta, destinazione Russia, OH, via Cincinnati e Dayton. Questo viaggio l'ho pensato parecchio. Non l'ho mai messo in dubbio, ma, con l'occhio di poi un po' a ragione, ho pensato che mi avrebbe messo un po' alla prova. Perche' non ero la turista di un occasionale viaggio coast-to-coast, ma la zia dello sposo, la madre della flower-girl, essenzialmente famiglia, e in quanto tale sarei stata parte e non spettatore. Jim ed io abbiamo avuto la fortuna di due famiglie vere, ognuna con le sue stranezze, ma essenzialmente vere, e pur sentendosi a tratti estranei e a disagio, ce le siamo adottate a vicenda. Cosi' non mi sarei mai voluta perdere il matrimonio del grande Dan.
Passiamo Florence, KY, con la torre dell'acqua che decreta "Florence, Y'all", e non riesco a tenermi da un G+/FB post di ironica superiorita'. La nipote diciottenne nella macchina davanti, lo vede immadiatamente e commenta con un sorrisetto altrettanto ironico alla prima sosta. A mia madre invece devo spiegarlo, rendendomi conto che in realta' Y'all non e' un concetto da dare per scontato.
Passiamo Cincinnati, sono piacevolmente sorperesa dalla silhoulette della citta' e dall'architettura intrigante. Mi diranno poi la nipote grande col marito che non cerca di piacere, che la citta' e' bella, ma che non c'e' confine tra quartieri belli e brutti, tra gente da frequentare e gente no. Che un lato della strada ha bellissime case e l'altro catapecchie. Che loro stanno tentando di vendere la casa che si sono rimessi a posti e scendere a sud. Ma prima di stabilirsi vogliono viaggiare. Il mercato per adesso non li aiuta, spero che il vento cambi anche per loro. Racconto di come mi piace guidare sui viali delle parti meno ricche di Los Angeles, cercando con gli occhi un'altra colonica o vittoriana che ha visto tempi migliori.
Le colline si spianano, le case sono sempre piu' sparse, i granai e i fienili si moltiplicano, il respiro si dovrebbe allargare, invece a volte mi si accorcia. La calma ovattata non se ne va. La mia estraneita' nemmeno. Jim dice che continuo a guardare fuori dalla finestra e a dire 'interessante'.
Sopra Dayton, si devia. Arriviamo a Covington, percorriamo la strada principale, e ci sono le case bianche con la sedia a dondolo sul portico davanti alla porta. Comincio a sentirmi in un film. Piu' tardi, via chat, mia madre mi chiedera' quale film. Penso a 'Pomodori verdi fritti alla fermata del treno', anche se poi controllo e scopro che quello si svolge molto piu' a sud. La piane si allargano sempre di piu', le case sono a liste di legno bianche (dice Jim che non e' vero legno, ma cosi' sembra), o mattoni rossi. Ormai ognuna ha il suo granaio.
Arriviamo a Versailles, OH, dove alloggeremo in un delicato albergo vecchio stile sulla via principale, tra luci di Natale e vetrine decorate in abbondanza, in stile simil-europeo. Mi colpisce la vetrina del negozio di "Religious and inspirational gifts". Poi i bambini cominciano a saltare sui letti, ed il ballo comincia.
In serata, prove generali in chiesa e 'rehersal dinner', finalmente a Russia. Che, se per caso erroneamente avete pensato che si pronunciasse come lo stato est-europeo, vi sbagliate di grosso. Rusci, si dice. Chissa' se e' colpa della guerra fredda, e dei comunisti senza Dio. Wikipedia dice che fu fondata nella meta' del milleottocento da emigranti francesi provenienti dall'impero Russo, di qui il nome. E sempre in quegli anni fu celebrata la prima messa nell'imponente Chiesa di Saint Remy. Il giorno seguente al matrimonio pensero' che lo stile celebrativo, ad essere onesti, non si e' ammodernato un granche'.
E la flower-girl e' nel suo. Colpo di genio, la abbandono nelle mani della cugina grande, che se la porti nel gineceo delle nove damigelle d'onore, piu' la sposa, la mamma della sposa e la collega flower-girl locale. La quale, piu' giovane e spaurita invece stenta a sciogliersi. Guardo sua madre, con un'altra piccola nell'altra mano e una/o in pancia (8 mesi, mi dira' poi), e penso che se ha piu' di 23 anni se li porta proprio bene. Il grande Dan e la sua coorte dei 9 fanno due metri di media statura. Tra stasera e domani conoscero' a sprazzi una famiglia enorme, gioviale e accogliente, che in quanto a numeri scusate ma le nostre gli fanno il solletico. E tante coppie giovani giovani, con tanti bambini, e le mamme che stanno a casa.
Parcheggiando di ritorno a Versailles una cordiale signora nota la targa del Kentucky. 'Da lontano siete venuti...'. 'Mah, signora, dico io, veramente noi veniamo dalla California. Cioe' per dire il vero vengo dall'Italia', ma poi mi pento di aver allargato l'orizzonte. Cosi' mi chiede chi si sposa 'Ah, una Borchers di Rusci, sono anch'io di Rusci, sono dei ....' un nome che non capisco e che per qualche motivo mi sembra Monaci o Bonelli (tipici cognomi Casteldelpianesi).
Del matrimonio in se' racconteranno meglio poi le foto, delle damigelle vestite d'oro e del sontuoso vestito bianco con il lungo strascico di pelliccia, degli sposi che partono su una decappottabile in questo freddo, delle bolle di sapone invece che del riso, del ricevimento con 500 persone e dell'abbondante pollo fritto, in onore dello sposo dal Kentucky.
Al ricevimento, Jim capta una conversazione su un possibile affare da farsi. Perche' chi ha pensato che queste siano zone depresse, si sbaglia di grosso. Dall'ultimo censimento risultano 500 abitanti (99.5% bianchi) e 200 nuclei familiari, nessuno sotto la soglia di poverta', anzi, con un'imponibile mediano per famiglia di 62000$. E dico poco. Per chi ha pensato che la gente stia con le mani in mano a spaziare lo sguardo tra una casa all'altra nella grande piana, o si distrugga nel sogno della grande citta', sappia che c'e' pure un Business Technical Advisory Committee, con la missione di assist startup or expanding companies with advice and business knowledge. Ed evidentmente, la disoccupazione non e' un problema.
Cosi' me ne vado dal profondo dell'Ohio, pensando che tutto questa energia semplice che ho condiviso, familiare in prestito per un giorno, liberi le menti che riescono a soddifarsene, forse forti della mancata conoscenza delle alternative, e sia il segreto del cuore dell'America.
Auguri Dan e Laura!