Post date: May 27, 2013 2:12:58 PM
Per anni ho risognato la maturita'. Peggio, ho sognato che la mia maturita' non era valida. E che questo invalidava tutto il resto, dalla laurea in poi. Dunque, l'unica soluzione era tornare indietro e rifare tutto. Cosi' ci ritrovavamo, con i vecchi compagni di classe, nelle aule del Liceo Dante, sbigottiti e stravolti, ma pur sempre rassegnati al destino infame di ripetere quella terza liceo cosi' poco goduta. Cosa ne direbbe uno psicologo, non ne voglio proprio sapere.
Quello che ne dico io, e' che di sicuro la maturita' la presi troppo sul serio, ma forse il gioco era proprio quello. Ci fu di buono che non aspettammo nemmeno i risultati, la mia amica Giulia ed io; ce ne andammo a sciare sul ghiacciaio, nel paese dei balocchi di "Le Deux Alpes"; ricordo la neve, tante crepes, rafting sulle cascate e anche un volo col parapendio. E forse quando al ritorno scoprii la delusione del mancato 60, non me ne importo' nemmeno granche'. O forse me ne sono dimenticata. Di fatto, il tutto non contava granche', mi iscrissi all'Universita' riempiendo un paio di moduli, e il liceo fu capitolo chiuso.
Degli esami precedenti non ricordo granche': la terza media e' un vuoto totale, della quinta elementare ricordo solo il mio progetto: un telegrafo fatto in casa, con lucente filo di rame e strisce di latta ripiegate, ricavate da una lattina di tonno, per trasmettitore e ricevente, il tutto montato su una tavoletta di legno. Mi ero divertita molto a farlo.
Dopo, di esami ce ne sono stati davvero troppi per raccontarli tutti. Andati a volte bene a volte no, mai nessuno e' stato l'ultima spiaggia. Quando sballai il primo tentativo di Analisi I, appesi questo poster di Doisneau. E da allora di timori da notte prima degli esami ne ricordo pochi. Ma avevo gia' diciott'anni.
Qui di test e di esami se ne fa uso veramente abbondante. Strabiliante come la gente riesca a fidarsi di un numeretto nero su bianco, senza capirlo per niente. Visto che non ci fidiamo delle persone, pensiamo tutti di sapere come fidarsi dei numeri. Un'illusione estremamente rassicurante.
Se si testa una classe di bambini su come sanno leggere, diciamo una volta al mese, al massimo (ma proprio a spingerla), si puo' guardare alla media fra tutti i bambini, e trarre un'indicazione generale sull'andamento della classe. Ai bambini, non andrebbe nemmeno detto che sono testati, tantomeno il punteggio individuale. Oppure, si puo' testarli con piu' frequenza, aspettare qualche mese, e osservare la tendenza di ciascun bambino. Un po' come i vecchi voti, che succedevano tutti i giorni, senza tanta enfasi ne' peso individuale.
Sapete che vi dico? Che i numeri e le misure fanno tanto, tanto rumore. I numeri dei bambini ancora di piu'. Il rumore di un mal di pancia, di un'amica che ti ha fatto un dispetto, il rumore della timidezza e dell'esuberanza, il rumore della pipi' che scappa e della maglia troppo pesante, del dispetto del fratellino, della memoria di un bel gioco, di un uccellino alla finestra. Quando c'e' tanto rumore bisogna ascoltare piu' a lungo, prestare piu' attenzione, e alla fine al piu' si puo' sperare di capire il senso generale della frase. Una parola alla volta, si prende dei grandi abbagli.
Poi a volte si sanno delle cose, che aiutano a capire anche nel rumore. Magari si e' sentito parlare quella persona prima, magari si sa che lingua parla, che accento ha. E ci si aggiusta. Udite udite, anche i numeri funzionano cosi'. Vanno a braccetto con la confidenza, la conoscenza precedente, la misura dell'esperienza, gli aggiustamenti. Hanno di bello che, se fai le cose per bene, sono un linguaggio semplice e meraviglioso. Ripeto, se fai le cose per bene. Per farle bene, di numeri e dati ce ne vogliono tanti. Altrimenti, continuiamo a fidarci del parere delle maestre, che e' molto molto meglio.
[Sapeste quanti dati e numeri maciniamo, la' sotto il blu rosso giallo e verde dove organizziamo l'informazione del mondo, prima di fidarci di noi stessi e presentarvi qualcosa che abbia senso. ]
E dunque, cara Luna, se nella tua prima notte prima degli esami, mi dici che i California Standardized Test e tutta l'enfasi che ci hanno dato alla tua scuola, ti rendono nervosa, lo sai che ti rispondo? Che non me ne strabatte niente, che tutti i discorsi motivanti, le bottigilette d'acqua e le caramelle "be smart for the test", se li possono tranquillamente tenere. Messaggio inconsistente tra scuola e casa? Ah beh, il mondo e' pieno d'inconsistenze e differenze, osservarlo mi sembra piu' utile di un test. Anzi ,facciamo una cosa, torna a fantasticare sulla tua altalena! E continua a nasconderti sotto le coperte la sera per leggere fino a tardi, e chiedimi ancora di andare a vedere Venezia, la citta' sull'acqua.
La tua mamma, che gioca con i numeri da trent'anni.