Post date: Feb 15, 2016 12:39:33 PM
Siamo seduti sull’aereo, all'areoporto di Peretola.
Piove, da ieri sera mi domando se questo aereo partirà.
Ma poi alla fine, se non fosse partito, e ci si fosse dovuto far inventare un altro itinerario, e si fosse arrivati a Los Angeles qualche ora più tardi, mah, il tutto sarebbe quasi meno improbabile di quello che è successo in questa settimana. “Yeah, what just happened?”, ci guardiamo negli occhi e ci chiediamo, un po’ increduli un po’ euforici.
È successo, che siamo partiti sabato scorso. Senza bimbi, che la nonna c'è stata lei. Coraggiosa, dicevano tutti. In effetti, dicevamo noi, pensando alle gite scolastiche con istruzioni quasi maniacali l’hockey il teatro il pianoforte e via andare. Ma mi sa che alla fine se la sono spassata, quei due che hanno subito preso possesso del lettone, e la nonna che a mezza mattina dichiara via chat che sta per infilarsi nella jacuzzi.
È successo che eravamo già raffreddati, dopo le due settimane di inverno losangelino, e che a Firenze tanto caldo poi non faceva e poi ha piovuto anche il giusto.
È successo che già sul calendario c’erano giornate piene di appartamenti da vedere, fissati via email o telefono, ma che mica ci s'era resi conto di quanti corridoi stretti e finestre buie su corti interne anguste, cotto sbocconcellato e orribili mattonelle anni ‘70 ci sono sotto quelle foto di soffiti affrescati. È successo che ho finalmente capito quei vecchi compagni che preferirono spostarsi all’Isolotto per un po’ più di luce un po’ più di spazio.
È successo che fa una certa differenza se uno le cose le comincia a vedere con qualcuno di famiglia che non è via da sedici anni, e che poi la pappa al pomodoro e la trippa dal vinaino ci stanno sempre.
È successo che via Cavour all’ultimo piano con la vista sul Duomo sì, c’era piaciuto a tutti, ma quelle scale erano un po’ strettine, e quella mansarda accatastata a soffitta ci rendeva tutti un po' nervosi. Anche il prezzo, a dire il vero.
È successo che gli ascensori in centro a Firenze, ve lo dico io, c’è n’è pochi o niente.
È successo che il mercato centrale, al piano di sopra, sembra un po' come il Grand Central Market. O viceversa. Molto bello e rifatto proprio bene. Ma speriamo che il lampredotto non si cominci a chiamarlo street food.
È successo che Eataly, anche se e' bello, comincia a essere un po' come il prezzemolo. Adesso dice apre anche a Los Angeles. Anche McDonalds ha cominciato così, ha detto Jim.
È successo che da quanto s'è camminato, si sarebbe perso anche un po' di peso. Non si fosse mangiato come porcelli. Ma come si fa a dire di no alle pizze, le pappardelle sul cinghiale o col peposo, gli spaghetti alle vongole o alle orate, i carciofi fritti, i tortelli, il risotto ai carciofi di Giampiero, la minestra di ceci di Chiara, le lasagne di Mady, il sugo di Elia e gli spiedini di Endrio. Tanto per dirne qualcuna, e col vino non comincio nemmeno. E già che si passava accanto al Vivoli, anche se non era stagione, ci siamo infilati anche lì, che poi la stracciatella da noi non si trova.
È successo che s'è visto amici che non s'erano visti da diversi anni, eppure sembrava ieri, da quanto era facile era parlare.
È successo che a quell'agente immobilare che diceva che una casa così affittata a studenti era uno spreco gli avrei battuto la testa nel muro. Che chissà che ci si aspetta, ad ammassarli così, in stanze ricavate da terrazze, a chiamarli giovani fino a cinquant'anni e più.
È successo che tutte le sere si diceva stasera si va a letto presto, ma poi non s'è mai fatto.
È successo che quando siamo arrivati al mercatino, a Santo Spirito, gli unici bischeri che si parlava inglese s'era noi. La mattina cominciava bene. E poi su per le scale, che ormai ci s'era fatto l'abitudine e s'era capito che non c'era vista senza scale. E lassù ci si stava proprio bene.
È successo che fra notai e banche s'è perso la corriera. Allora siamo dovuti passare da dentro Siena, che alla fin fine non c'è dispiaciuto.
È successo che poi c'erano anche i saldi, e menomale che pioveva che sennò non saremmo mai passati nel sottopasso della stazione dove ho trovato quel piumino di Desigual.
È successo che ci siamo seduti sui gradini di Santo Spirito, a riposarsi e prendere fiato, e a convincersi che era vero.
È successo tutto questo, in una settimana, e molto di piu'. E buon San Valentino a tutti. Noi, il regalo, non ci s'è pensato a farselo. O forse sì. Uno di questi anni si festeggera', guardando i tetti di Santo Spirito e il giardino di Boboli. Potrebbero esserci le nuvole, come adesso. Sara' ancora piu' bello.